sabato 31 gennaio 2015

IL RICORDO IMPRESSIONE DI UN LUNGO MOMENTO E GOYA




Sono entrato in cucina e al centro della tavola apparecchiata era posata una tondina di carne di manzo macinata cruda e condita. Per un istante ho ricordato lucidamente, ma ben ancorato a terra e fermo nell' uso della ragione, di quando l' energia ed io eravamo un' unica cosa... e non potevo fare ameno, guardando quella stessa "portata", quel "cibo", di vedere le carni straziate di un vivente privato della sua unica esistenza senza un rimorso, senza una punizione per chi il fatto avea commesso, senza una lacrima. 
Pazzo mi chiamavano allora, quando vedevo quello che vedevo. Perchè reale è un piatto di macinato condito con olio e sale e limone e pepe. Macinato che si mangia ed è buono, a seconda dei gusti più o meno... se in tartare di più. Per non parlare di rostelle di capra e costine di maiale... E se vedi pezzi di cadaveri dove è cibo sei pazzo. E' un problema spiegare la realtà ad un pazzo. E' un problema distinguere realtà e finzione, veglia e sogno...

"Il sonno della ragione genera mostri"? 

Ma vaffanculo Goya!





A RELOCATED CRAZY DIAMOND!!!





Questa roba è esagerata, mi piace davvero tanto averla scritta e rileggerla ma non è per tutti, su P2P non ha avuto molto successo perché nonostaste ci siano lettori che seguono entrambi i blog, so per certo che alcuni più cattivi seguono solo questo... Era un post cattivo quello linkato, forse ho sbagliato collocazione iniziale... Chiedo venia all' esercito delle 12 scimmie! Sempre attente alle parole del mago nel pagliaio



mercoledì 28 gennaio 2015

L' INCUBO PEGGIORE





"La mia famiglia d' origine e io ci trovavamo sulla battigia di una spiaggia che era stata nostra, poco prima che arrivasse lei... stavo cercando di scattare una foto a mio fratello, padre e madre ma sul fondo era anche l' anima di mio nonno. Eravamo più distanti di quanto richieda  scattare un ritratto di famiglia. Non riuscivo a trovare l' attimo giusto per scattare la foto, ero come impedito dal non riuscire a cogliere in posa l' anima del nonno e allora mia madre si è stufata e ha rinunciato.
Erano appena usciti tutti dai ranghi quando è arrivata lei".

"Lei e io ora siamo in auto e procediamo lungo una strada costiera, sono io che guido, giunto al tratto finale della galleria la carreggiata si fa rossa e umida. Le chiedo "ho le allucinazioni? Su cosa stiamo andando?". "Su del sangue idiota! Cosa pensavi?!"

"Arrivava della gente per linciarci, avevamo fatto qualcosa.
Io non ero per nulla preoccupato ma scendevo lungo il crinale mentre lei finiva fuori campo. Mi ritrovavo a camminare in una specie di favela, baracche dentro e vicino ad altre baracche, un villaggio di ultimi e disperati e ladri e fuggiaschi e forse assassini, si avvicinò il loro capo, indossava un cappuccio ma lo riconobbi, era F.F., il bullo delle medie. Non lo vedevo da vent' anni, era cambiato, ma era lui... "tu sei F.F. gli dissi!" e lui, stringendo i lacci del cappuccio per coprire il volto rispose intimandomi il silenzio e con un ghigno allusivo "Non più"

"Finalmente torna in scena lei (a quel punto già mi mancava) sta parlando con la donna di F.F., cercando di mettere a tacere la cosa in cambio di dieci chili di colombiana purissima, ma quella non ci sente.
Abbiamo sgozzato suo figlio con l' ombrello blu rotto che sporgeva dal finestrino e che avevo più volte considerato di buttare via, sempre troppo pigro per liberarmene, finché fu troppo tardi"

"Così arrivarono i gendarmi e uno in particolare, che mi conosceva per i miei precedenti, disse "Ci risiamo" e già sapevo che non me la sarei cavata con poco stavolta. Entrano in scena i miei genitori e mia madre dice "stavo guidando io, lui ha l' aggravante dei farmaci". Ma berretti da sbirro prendono a camminare come scarafaggi guardiani ovunque e allora fuggo disperato balzando oltre al guard rail correndo in direzione ovest, sotto il mare, sopra roccia. Da un lato il dolore acuto di allontanarmi da lei, dall' altro la consapevolezza della necessità di fuggire dalla prigione"

"Ho ucciso un bambino, mi vogliono arrestare, corro lontano e mi ritrovo su una mulattiera a picco sul mare che costeggia capanne abitate da transessuali bellissime. Queste, vedendomi correre e piangere, pensano soffra per amore e intonano un canto di sirene che parla di come si possa rinascere solo dopo aver toccato il fondo, ho paura di metterle al corrente su quanto si sbaglino"

"Ora sto scappando dall' alto in basso, come da bambino in campagna salto giù per le fasce, una dopo l' altra, fino a saltare dentro il tettuccio di una vecchia ford fiesta parcheggiata su uno spiazzo ghiaioso di quella campagna.
Sono seduto sul sedile del passeggero e al volante c'è una donna di colore che parla al telefono. Faccio per scendere e si capisce che sono in fuga... in qualche lingua lei dice al suo interlocutore telefonico di attendere un attimo...
Sono già sceso dall' auto lei attira la mia attenzione e mi guarda negli occhi, non dice niente ma so cosa vuole dire, cosa mi sta offrendo contro ogni logica... allungo la mano aperta sul finestrino e lei allunga la sua, mi sorride anche con gli occhi"

Mi sveglio in lacrime.








venerdì 23 gennaio 2015

SPIRITO D' ADATTAMENTO E SOPRAVVIVENZA DELLA SPECIE



Intanto vorrei invitare il lettori di Pearls a riconoscere nella penna di Justinian una penna solo appena meno matura e più critica, scanzonata. Diciamo tranquillamente che Justinian rispetto a magonelpagliaio (aka Pearl), ha il vantaggio della lingua scevra da peli e la potenza dei voli pindarici violenti.
Ovviamente si può scegliere secondo il gusto, ma soprattutto si deve scegliere, purtroppo, in funzione della disponibilità del tempo da dedicare alla lettura dei blog. Ad ogni modo, per fugare ogni dubbio, in massima trasparenza vi dico: sono sempre io, Justinian e Mago e Pearl. Pseudonimi diversi per periodi diversi nell' arco di qualche anno fra gli ultimi.
Passiamo all' argomento della giornata...

Secondo zio Darwin, l' evoluzione della specie è fondata sullo spirito d' adattamento, per cui il vivente che meglio riesce ad adattare le sue caratteristiche all' ambiente, avrà la facoltà di riprodursi e procrastinare la specie, trasmettendo i geni alla prole, quest' ultima a sua volta dovrà adattarsi e lottare con gli appartenenti alla sua generazione per prevalere nella scelta del partner per la riproduzione, operata dalle femmine.
Questo vale per il Bonobo come per l' Uomo. Ma a noi interessa l' uomo, in questo contesto, nonostante la naturale invidia per il simpatico bonobo.
Al giorno d' oggi chi è l' uomo che si adatta e si riproduce?
A supporto della tesi che andrò a suffragare e per introdurre l' argomento, vi rimando alla lettura del titolo (data la testata su cui capeggia è probabilmente inutile leggere l' intero articolo) di quest' indagine pubblicata a ottobre 2014.
L' essere umano che si riproduce al giorno d' oggi è quello che "se lo può permettere". Sono gli oneri economici e quantificabili, addirittra monetizzabili, a stabilire l' ostacolo alla venuta al mondo di una nuova vita. Non si riproduce il più forte o il più bello o, soprattutto, il più sano. Si riproduce il più ricco.
Credo che inavvertitamente (nel senso che il popolo non è stato avvertito) il potere abbia imposto un rigido regime fiscale sui nascituri.
In questo genere di contesto, in cui la sopravvivenza è legata al possesso o meno della somma di denaro necessaria e sufficiente all' approvvigionamento dei generi necessari al mantenimento in vita di sé stessi e dell' eventuale tribù, come si manifesta lo spirito d' adattamento? L' uomo che si riproduce, al giorno d' oggi, cioè quello che si sa adattare all' ambiente e con esso interagisce in funzione di trarre dei vantaggi nella corsa all' accompiamento chi è?
Uno che puoi piazzarlo su qualsiasi gradino della scala sociale e troverà il modo di "fare soldi".
In quale sulfureo terreno si nascondono le radici di un simile disegno sociale?
Le radici sono piantate saldamente nei meandri sinaptici di questo pover' uomo, inventore di fatto dell' economia contemporanea.

Ora vi somministrerò un quiz sulla comprensione del testo, per ottenere il massimo del punteggio non è necessario essere scienziati:

1) Al fine di scongiurare il pericolo (seppur remoto) dell' estinzione 

     è più importante che si riproducano, sopravvivano:

a) I ricchi
b) I sani

2) I ricchi e i poveri sono:

a) Tutti malati  
b) Un po' sani un po' malati
c) tutti sani
d) un gruppo musicale anni sessanta

3) Chi ha la responsabilità di preservare la specie e di scongiurare l' estinzione?

a) I generali degli eserciti
b) I broker di Wall Street 
c) Il presidente Obama
d) L' ONU
e) La classe dirigente
f) Batman
g) I ricchi
h) I poveri
  

Dal momento che la terza domanda è la più difficile, dal momento che presenta insidie, trabocchetti e molte possibili risposte vi aiuterò. Anche dal momento che la risposta della 3) è collegata alla domanda 4)...


4) Secondo voi, Batman, sta facendo un buon lavoro?:

a) si
b) no

5) Secondo voi quanto tempo occorre a un militare di professione medio e di basso grado, quindi povero, per comprendere a pieno il senso di questo post?:

a) La comprensione è immediata
b) Una porzione di tempo proporzionata alle distanze siderali
c) con un po' d' aiuto ce la fa
d) se costruisci un' arma che spiega il post e gliela metti in mano 
    capisce subito

6) Secondo voi per cambiare lo stato delle cose ci vuole:

a) rivoluzione violenta
b) rivoluzione culturale

7) Secondo voi, la pena giusta da applicare a un ricco docente 
    universitario che si scaglia contro la popolarizzazione della 
    cultura è:

a) diffamazione
b) stalking
c) minacce
d) lesioni gravi
e) licenziamento

Potete inviare le vostre risposte al quiz all' indirizzo e-mail magonelpagliaio@gmail.com.
Vi risponderò con la valutazione della vostra idoneità alla procreazione e in caso di intellettuali maschi sfigati, magari vi mando anche la materia prima...

 Buona giornata da Giustino!

 

martedì 20 gennaio 2015

LO SFOGO DI UN AMICO


Oggi sono uscito dall' ufficio parecchio incazzato.
Non ero sereno perché mi ero svegliato dieci ore prima, avevo dedicato circa un' ora a un hobby impegnativo prima di iniziare a lavorare, poi avevo lavorato in ufficio a della roba parecchio ripetitiva e noiosa, ma che richiedeva un certo grado di attenzione, il tutto fra il via vai dei clienti che disturbavano con il loro vociare. Dopo quaranta minuti di meritata pausa pranzo mi sono rimesso con passione e entusiasmo ad occuparmi dello stesso hobby del mattino. Infatti dal momento che sono un laureato in lettere impiegato in uno studio di ragioneria cerco di dedicare alla mia unica passione, la scrittura, ogni momento libero.
La pausa pranzo di oggi, dal punto di vista poetico, mi ha dato soddisfazione.
Forse non ho nemmeno sfiorato le vette auliche di Erri De Luca e sicuramente non ho consegnato nemmeno una riga all' immortalità. Ma in due ore sono riuscito a postare su ben sei dei quindici blog con advertising che gestisco nella speranza della botta di culo di un click sul banner: gli unici soldi che un poeta può pensare di guadagnare scrivendo ai nostri giorni... l' immenso Edoardo Sanguineti è l' esempio morto.
Mentre tornavo in ufficio pensavo che nemmeno tutta quella pila di scartoffie, che una volta sistemata avrei dovuto firmare, timbrare e infine fotocopiare, poteva intaccare la ventata di buon umore portata
dal fiume di parole che era scorso in quelle dolci ore del meriggio, quando la canicola dipinge la mia terra di magia, se non fa un freddo porco perché è gennaio. Invece...
Dopo altre tre ore di adempimenti fantozziani e discorsi farciti di lamentele inverosimili percepite storpiate attraverso la porta della stanza del capo (un miscuglio di latrati e stridii e sbuffi più che altro) lui finalmente esce dall' antro di satana, accompagna l' ultimo della giornata alla porta e inizia a prendersela con me.
Ho letto sul tuo blog quello che hai scritto su di me. Effettivamente avevo la coda di paglia, uno dei sei post del pomeriggio rappresentava una parodia del mio capo che credevo più velata. In breve mi sono trovato alle corde e data la natura sanguigna del mio boss, che non lascia spazio ad ampie speculazioni sulla relatività delle opinioni o almeno sulla potenziale differenza delle prospettive, gli ho dato del ritardato e me ne sono andato sbattendo la porta.

Ma a ricordarmi che la vita può essere meravigliosa, appena uscito dall' ufficio, che si trova nel centro geometrico di una città riconvertita ad uso di casa di riposo a cielo aperto, mi sono imbattuto nell' amico fraterno Paolo.
Paolo è raro incontrarlo, raro a tal punto che non ho provato nemmeno quel pizzico di rimpianto che provo quando un' inaspettata occasione sociale ma pressante si frappone fra me, la mia solitudine, la scrittura.
"Ehi Paolo come va?" abbracci e baci di rito. "Che ci fai da ste parti?".
"Ma guarda non mi dire niente, ho avuto un po' di casini con il vecchio lavoro, poi mio padre non stava tanto bene, un po' di nostalgia e ho deciso di tornare".
"Potevi avvisare! Comunque bene dai, tu come stai?"
"Ma guarda, purtroppo ho dovuto riprendere con lo Xanax e lo psichiatra mi ha addirittura proposto un antidepressivo... però mi sono informato e pare che a smaltire gli effetti negativi sulla libido ti ci andrebbero poi dieci anni consecutivi di party a casa di Hugh Hefner tutte le sere... quindi me la farò passare con lo sport..."
"Biliardo?" dico io.
"Petanca" risponde.
Nel frattempo Paolo mi racconta che ha già trovato lavoro presso un' agenzia immobiliare, gli chiedo come si trovi e comincia con uno sfogo da manuale...
Mi dice che in ufficio lavorano il proprietario e lui e che c'è poi una biondina carina ma inutile che di norma fa i giri a mostrare gli immobili. Mi racconta di come svolga per lo più mansioni di segreteria eccetera, fotocopie, giroconti. Fra i vari motivi per cui odia lavorare col suo capo, mi dice, c'è che il cazzone tiene accesa dal mattino alla sera la radio su una stazione che è la più sputtanata e commerciale di tutta l' etere dopo Radio Maria. Mi dice di come lui più volte, educatamente, abbia provato a lanciare frecciate magari ripetendo e commentando la castroneria che in quel momento aveva detto lo speacker di turno. La risposta del capo era sempre la stessa "Ma tanto non la sento, sta li di sottofondo, per compagnia". Paolo mi dice le possibilità sono quindi tre:
1) E' sordo
2) Non ha un ronzio cerebrale che eventualmente gli riempia un silenzio assoluto che evidentemente
    lo spaventa
3) Non ha la forza di lottare con la sua solitudine fino all' orario di chiusura per poi pagare un' escort
    ucraina
"Io proprio quel cazzo di radio non la sopporto" continua Paolo, "mi incasina i pensieri, mi distrae, mi aggroviglia le idee, mi manda in merda, mi fanno incazzare le puttanate che escono da quelle bocche di merda strapagate... e oggi s'è toccato l' apice..."
"Tipo?" chiedo io.
"Hai presente che ti dico che mi entra in testa?"
"Eh!"
"Oggi è sembrato vero... me ne stavo li a fare cazzo di fotocopie alle 16,25 in punto. Andava in onda lo stesso programma che va in onda tutti i giorni: due cretini mettono musica di merda, spinta da quelle ultime due multinazionali dell' industria musicale che non riuscirebbero a produrre roba di qualità nemmeno se resuscitassero De André e Endrigo o almeno Jimi Hendrix e Janis Joplin, e interagiscono con il pubblico. A un certo punto, facendo le fotocopie, mi sono ritrovato a pensare con un orecchio alla mia condizione di paziente psichiatrico costretto agli ansiolitici per avere una vita normale, e che dovrebbe fare un pensiero serio a rinunciare a un po' di libido prima di buttarsi da un palazzo, e con l' altro alla radio... e cosa sento con l' orecchio della radio?
Uno dei due cazzoni dice: Roberto da Bergamo ci scrive: "Ormai mi faccio schifo da solo, faccio una vita di merda che non mi appartiene, non mi riconosco più"... Ma Roberto Risponde La Merda ci sono ottimi psicofarmaci al giorno d' oggi, esci di casa e raggiungi la farmacia più vicina!"
Adesso non so te quanto sia soddisfatto della tua vita e quanto ti piaccia, ma un minchione raccomandato e strapagato per incrementare le vendite di prodotti di ingegno di indubbia pessima qualità, deontologicamente, lavorando su una delle radio più seguite da tutti i minchioni decerebrati che costituiscono l' accozzaglia informe del nostro popolo... può prendersi la briga di sparare così a zero e perculare uno che magari se gli avessero messo un pianoforte in mano a 3 anni ora era Beethoveen e invece magari guida i tir pieni di ricotta sull' autostrada di notte?
Io non voglio le dimissioni, io voglio il lin-cia-ggio, su pubblica piazza, di quest' imbecille strapagato per perculare gente che lavora e che soffre... Senza contare quel 25% della popolazione che è paziente psichiatrica... Quell' altro 48% che ci fa un pensiero serio al giorno.

 "Sono d' accordo" dico.

E poi penso fra me e me che quando uno arriva a casa e fa una strage, magari ha semplicemente avuto una giornata che si avvicina alla somma del quoziente medio di frustrazione di queste nostre due giornate, la mia e quella di Paolo.




lunedì 19 gennaio 2015

RIFLESSIONI - GAMING ONLINE



Recentemente mi è capitato di rileggere questo articolo del 2013 sul poker online.
L' ho trovato geniale e lungimirante. Nel periodo in cui fu pubblicato infatti sui forum le voci dei players erano quasi unanimi nell' auspicare un ottimistico miglioramento della situazione delle room italiane. Tutti gli opinion leader più osannati sostenevano che finché ci sarebbe stato qualcuno che depositava, ci sarebbero stati "soldi da stampare", come amano dire i players.
A distanza di quasi due anni da allora, ma anche prima, la situazione è molto cambiata e anche l' umore sui forum non è più lo stesso.
Gli stessi giocatori che fino al 2013 pensavano che il mercato del TH online si sarebbe ripreso o comunque alimentato in qualche modo, lamentano lo scarso traffico anche sulle principali room.
L' Agenzia delle Entrate ha segnalato un calo di circa il 30% negli ultimi mesi e la situazione non sembra migliorare. Secondo gli esperti le concause di questa debacle sarebbero la mancanza di una liquidità europea condivisa, ovvero l' apertura delle sale europee ai giocatori italiani e viceversa e la fine del periodo magico in cui il THNL era il gioco di moda... Molti dei vecchi clienti ricreativi si sarebbero infatti reindirizzati ad altre forme di svago online quali casino e betting.
Per quanti amano il poker texano e lo hanno studiato con passione, magari dedicandoci intere giornate, è una vera sofferenza. Oltre infatti al danno economico subito da aziende, regular player, AAMS, ente esattore, si viene a indebolire un mondo fatto anche di folklore e amicizie e divertimento, che rischia così di scomparire.
Il mio pensiero riguardo a chi ha gestito la cosa è che come al solito il legislatore abbia agito con troppa rapacità e nessuna lungimiranza, gestendo una potenziale miniera d' oro alla stregua di una latrina. Ma d'altronde se mandiamo a governare un paese e promulgare leggi, persone che non avrebbero competenze superiori a quelle necessarie a igienizzare i cessi, non c'è da stupirsi.
Per quanto riguarda invece l' utilizzatore ultimo del servizio "gaming online" penso questo:
se un lavoratore responsabilmente sa di poter dedicare al gioco una certa somma, se desidera avere una qualche possibilità di non vedere sicuramente sparire quella somma più o meno velocemente, dovrebbe studiare le basi dell' hold'em su un forum, aprire un conto su una poker room, abituarsi al software giocando senza real money, poi versare i suoi 50 € e giocare un paio di tavoli col big blind a 0,02 €. Passa il tempo, si diverte e se poi impara a vincere, migliora, guadagna e vuole cimentarsi ad altri livelli è libero di farlo.
Io sono convinto che il giocatore di giochi da tavolo del casino non sia diverso dal ludopatico che mette e mette e mette monete nella macchinetta al bar. Gente che cerca l' adrenalina e che prova piacere nel perdere, come Antonida Vasil'evna .
Il poker è uno skill game. E' diverso!
Ad ogni modo, se potete evitare di giocare soldi attaccatti ad un computer per ingrassare (poco di sti tempi) cordate di imprenditori, ma starvene all' aria aperta... fatelo.
Se proprio non potete, cercate la poker room più vicina!

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L' IMPORTANZA DELLA FUGA


Scrivere dei post affascinanti, ricevere visite... è dura la vita del blogger colto che tenta di sfondare con contenuti magari intellettuali o esoterici, a tratti esotici... cercando di evitare quelli e-r-otici... 
Ma oggi sono stanco di nuotare negli abissi del web pesciolino fra il plancton, mentre gli squali intorno a me si accapparrano fama, potere e denaro: oggi scriverò sulla fuga.
Perché la fuga è un argomento che attira ed è un oggetto che attira a prescindere. Una bella fuga sul filo del rasoio (che la rende scevra di ostacoli anche per lingua meno sciolta) attira visite e magari banners a tema che qualche appassionato della fuga potrebbe clickare, facendomi guadagnare 0,03 €... l' inizio della mia fuga ai tropici.
La fuga è mobile, qual piuma al vento, nessuno scappa da fermo.
Donne in cerca di guai hanno fughe spettacolari quando li trovano, i guai spesso possono prenderne atto. 
Cosa fanno i sacerdoti birichini quando scappano con la cassa della parrocchia?... Si danno alla fuga! Come si da alla fuga d' alto bordo il gambler da casino non appena ha vinto un bel malloppo, se è furbo!
Alla fuga si danno anche i ragazzini un po' onanisti quando la mamma li insegue col mattarello urlandogli che diventeranno ciechi, all' ennesima sospetta incrostazione della superficie inadatta.
Si danno alla fuga a pagamento anche tante mie idee spesso, progetti sofisticati e precisi, entusiasmanti in partenza, sogni apparentemente realizzabili se pur al costo di enormi fatiche.
Capita anche alla fuga stessa di fuggire a volte, se la insegui troppo incapronito.
 Il ciclista, come tutti gli esseri umani, sta solo cercando un' altra fuga. 
C' è stato un anno in cui un grosso magnate Statiunitense dei media, fondatore di un' interessante rivista specializzata in fughe, ha organizzato un party di compleanno durante il quale l' attrazione principale sarebbero state le detenute di un famoso carcere in abiti succinti. Il party fu reclamizzato come il "Fuga da Alcatraz Party"
Ma tornando entro i confini nazionali: "Fuga di cervelli" o "Solo fuga nel cervello"?
Come si creano la "dubbia utilità", la "dubbia soluzione", e la "dubbia ragione"?
Ovviamente "fugando ogni dubbio". Ok. Questa vi richiederà circa un' ora e poi non riderete comunque, quindi vado a nascondermi dove non possiate trovarmi, inizio insomma una fuga fine a se stessa, da me stesso, verso il successo. Cosa? E' successo cosa? Niente. Viva la fuga! Di idee? No. La fuga riuscita. Quella di Bach? Esatto, la fuga di Bach in re minore. Ma Bach aveva la fuga in testa? In testa e fra le dita. Ma se io la ascolto non posso avere la fuga altrove che nelle orecchie... tipo Linda Lovelace.

Buona giornata.





domenica 18 gennaio 2015

BERLUSCONI E' MORTO

Berlusconi è morto in un incidente di percorso nel 1969. Ha smesso di pensare all' amore. In arresto cardiaco ha condotto traffici vari per quasi mezzo secolo e ha iniziato a comprare la figa. Un giovane artista e poeta che cantava e scriveva poesie ha strappato il proprio cuore dal petto per obliarlo in un sotterraneo blindato. Berlusconi è morto nei sogni del popolo oppresso centinaia di volte ed altre mille è rinato nelle illusioni delle cariatidi. Berlusconi ha partorito dal deretano una nuova classe dirigente che puzza di traffici vecchi e stantii, di crimine in formalina. Berlusconi è stato rianimato svariate volte dopo attentati dinamitardi di giullaristi di partito e scribacchini asserviti. Marius Jacob, in arte Lupin, anarchico francese idolo del rapinatore anarchico Bonnot, aveva in camera, da bambino, il poster di Berlusconi al karaoke di Cologno Monzese... Cantava "Si può dare di più" con Maurizio Costanzo e Mike Bongiorno.
Silvio Berlusconi è morto ma tanto c' è una schiera di sosia e cloni pronta a procrastinarlo finché morte non ci separi, la nostra. Ci sono gli emuli anche, guardiani di muli, padroni asserviti ad altri più sporadici rarefatti e volatili, diafani.
Occuparsi di politica in maniera coscienziosa e matura, concreta e realista, in questi tempi di totalitarismo, significa purtroppo limitarsi a constatare l' impotenza con coerenzi, di coerenzi, si tratta. Ma se fosse un altro non saremmo più prodi... 
Coltiva l' orto, casomai venisse il giorno di poterlo concimare con un torto. 

Buonagiornata da Giustino