giovedì 31 marzo 2011

Che coss'è l'Amor...



"Ama ragazzo, e se ti dicono che amare è peccato, ama il peccato e sarai innocente"


Questo aforisma è attribuito a Jim Morrison, ma alcune pagine web asseriscono che l' autore sia in realtà William Shakespear. Mi piacerebbe essere padrone di un' erudizione tale da poter dire la mia su questo genere di argomento, ma purtroppo non è così. Il senso della frase non può essere colto leggendo la stessa in un' ottica cristiana. Sebbene il termine "peccato" sia chiaramente estrapolato dal registro religioso, in questo contesto si tratta dell' attributo più efficace al fine di indicare un' azione che si pone a livello morale in contrasto con una condotta virtuosa. Dove virtù=bene, vizio=male. L' aforisma non si riferisce necessariamente all' amore inteso come atto sessuale. Dal mio punto di vista l' autore, chiunque sia, si riferisce alla passione amorosa come alterazione dei sensi e della coscenza, indipendentemente dalla natura dell' oggetto  d' amore. Il senso è che nel momento in cui il senso dell' esistenza stesso ci riempie, ed esso è Amore, noi saremo nel giusto, in maniera indipendente dai dettami morali del senso comune.  L' aforisma di Arthur Rimbaud che apre il post "Occhi smeraldini di ramarro..." (solo l'amore divino conferisce le chiavi della conoscenza) è una sintesi di tutta la filosofia platonica e neoplatonica, cui non accenneremo neanche in questo contesto. In parole il più possibile semplici e comprensibili ai più: quando attraverso un cammino di coraggio, forza, purezza d'animo, giungiamo a meritare l' Amore del Sacro, allora saremo in grado di comprendere la nostra essenza, il nostro fine, il senso non solo del nostro individuale percorso ma il motivo dell' esistenza della stessa razza umana. Il motivo per cui ciò di cui parlo viene percepito dalle orecchie dei contemporanei come follia, ha spiegazioni diverse, alcune nascoste nei meandri oscuri della storia dell' uomo e dei suoi errori, altre ben più terribili, quasi completamente indipendenti dalla volontà dell' uomo e forse addirittura del Sacro... 
Il motivo per cui abbiamo smesso di amare di quel sentimento da me descritto potrebbe essere simile a quello che spingeva gli afroamericani in catene, a dedicare i loro canti al loro dio e non alle loro donne. Il motivo per cui stiamo smettendo di cantare potrebbe essere che la musica muove il sentimento, che il sentimento apre il cuore, che un cuore aperto innalza la mente e che la mente aperta di un cuore colmo d' Amore nulla teme. Il motivo per cui la mente più aperta che ho avuto l' onore di affrontare colleziona ogni genere di strumento musicale è senza dubbio che da dove ci sta aspettando lui, trova il tempo di aiutare gli archeologi che verranno.
Amare ai nostri tempi è diventato pericoloso come praticare la stregoneria ai tempi dell' inquisizione, lo scopo di questo blog è rintracciare e riunire chi è conscio o solo intuisce il processo di disgregazione in atto.
Qualcuno di voi individua le cause nel sistema economico, qualcuno nella volontà politica, qualcuno pensa sia dovuto al normale corso della storia... Queste sono solo alcune cause, vere parzialmente o in toto. Il punto cruciale è che oltre ad essere cause sono anche effetti. Spero vivamente di rintracciare fra voi qualcuno che capisca chiaramente i miei riferimenti... ma so perfettamente che più facilmente rintraccerò cuori puri e menti brancolanti nel buio... Mi auguro abbiate molto coraggio, perchè in questo momento è la virtù di cui la nostra specie ha più bisogno. 
Non abbiate paura di commentare, di esporvi. Perchè la vita è una... ma dobbiamo anche rientrarne in possesso prima che finisca.

martedì 29 marzo 2011

Occhi smeraldini di ramarro...


"Solo l' Amore divino conferisce le chiavi della conoscenza"


C'è stato un tempo in cui ero ateo e anticlericale... i dogmi religiosi mi sembravano solo vuoti manierismi folkloristici e superstiziosi. Poi passai ad una prospettiva miscredente. La causa del mutamento fu principalmente culturale. Quando da bambino pensavo a cosa avrei voluto fare da grande in realtà non mi importava molto... Sapevo ciò che volevo essere: un genio. Il tipo di sensibilità da cui ero affetto (storpio volontariamente il lessico) mi portò ben presto a subire fascinazione e provare curiosità verso le grandi figure di rottura, fossero esse legate al mondo dell' arte, della scienza, della politica. Ebbi un periodo in cui mi dedicai costantemente alle arti figurative e studiai approfonditamente artisti definiti geniali. Cercavo di entrare in sintonia col pensiero di questi eroi della mente ormai scomparsi e fu così che autonomamente forgiai il mio senso critico e la mia creatività. Non vorrei essere frainteso, non ho mai abbracciato la prospettiva di alcuno. Non ho mai metabolizzato l' insegnamento di nessuno, perchè l' unico modo di inventare qualcosa di davvero nuovo, l' unica possibilità di dare un apporto personale, un impeto creativo definitivo è fare tabula rasa.
Comunque credo di aver tratto enorme giovamento dal confronto con queste grandi menti. Fu approcciando la classicità e l' esegesi contemporanea della stessa che divenni miscredente. Alcuni musicisti negli anni '60 hanno più o meno consciamente ripreso prospettive proprie di poeti romantici, che a loro volta guardavano ad archetipi presenti fra gli uomini da milioni di anni.
In gioventù ho utilizzato sostanze stupefacenti, senza mai abusarne, e tranne le prime esperienze, mai con finalità ludiche. Mi sono limitato alla cannabis, l' alcool e l' assenzio. Ho scoperto a mie spese che un uso non ottimale delle sostanze, ai fini della ricerca, può essere doloroso e traumatico. Sono anni che ho interrotto l' assunzione di alcunchè, perchè incapace di controllare le esperienze. Il periodo cui ho fatto riferimento è comunque stato utile ad esperire stati di coscenza attraverso i quali ho intuito sempre più presenti componenti impalpabili della realtà. Forze, energie non esperibili attraverso un apparato cognitivo "non altro". Le vibrazioni indotte dalle sostanze aprono quelle che il poeta e grafico visionario W. Blacke definì doors of perception. Con buona pace dei fricchettoni che abusano del termine e lo fraintendono senza ritegno, mistificando le loro debolezze e la conseguente attitudine all' evasione e alla fuga.
Ciò che ho intuito nel corso dei miei viaggi è che la realtà è una, seppur molto sfaccettata. Ciò rende paradossale quanto inutile qualsiasi atteggiamento o velleità di fuga.
All' età di 23 anni ebbi la mia visione. A differenza dei giovani guerrieri Sioux, per i quali la visione è una ricerca conscia ed il rito di iniziazione alla società adulta, per me fu purtroppo casuale ed involontaria, tanto che ne risentii gravemente. Le tecniche che mi portarono alla alterazione della coscenza furono le medesime: alterazione del ciclo circadiano e digiuno. la differenza fu un' involontaria intossicazione grave e l' assenza completa di una guida. Precipitai all' inferno.
Nel corso degli anni successivi mi accade ancora diverse volte e ogni volta riuscivo comunque a tornare dai miei sogni sciamanici. 
Poi fu la volta della definitiva rivelazione, una notte in cui avevo definitivamente compromesso la mia posizione agli occhi della società costituita in nome di Amore, quello stesso Amore di cui Dante parla nella Commedia, ultimo verso... una notte folle di ribellione, rivolta e rabbia cieca e calcolata... vidi una gigante deflagrazione verde acqua nel cielo stellato ed estivo di una collina raggiunta per nascondermi. 
Occhi smeraldini di ramarro... 
Anni dopo chiesi ad un astronomo cosa avessi osservato e lui affermò che ero stato il fortunato osservatore dui un meteoroide in traiettoria frontale. Osservatori professionisti possono non osservare mai il fenomeno in tutta la vita... 
Vi racconto seppur ermeticamente questo evento, col fine di illustrarvi la mia prospettiva sincretica di scienza e fede.
Per quanto mi riguarda il sacro è presente, esiste, la volontà è amore e libertà, l' uno vive in funzione dell' altra.
Compito nostro individuare il nemico che essica il sentimento e distruggerlo, per tornare a vivere.




Il Kamikaze Semmelweis




"Questo è quello che avrebbe potuto scrivere Sofocle, con un coro di madri morenti: un grande eroe, una grande verità, una grande missione, e infine un folle volo di appassionata arroganza, che si conclude nella distruzione"

Se questo fosse un blog dedicato alla divulgazione, probabilmente ora mi dilungherei in un' inutile recensione del testo. Dal momento che il fine è quello di assemblare un esercito di viaggiatori dello spazio-tempo, rispermierò fuorvianti dettagli di semplice reperibilità. Per ogni approfondimento dell' argomento rimando infatti al testo dell' immagine. 
Il motivo per cui è fondamentale per me dedicare un post a questa vicenda è che il venirne a conoscenza ha costituito un nodo cruciale lungo il percorso della mia ricerca. Non uno qualsiasi ma il primo e fondamentale. La storia tratta infatti di un medico di provincia che entrato in contatto con gli scienziati dell' accademia ingaggia una battaglia in nome del vero. Semmelweis intuisce l' esistenza dei microbi anni prima dell' invenzione del microscopio e della conseguente osservazione degli stessi. Sulla semplice base dell' osservazione, dell' applicazione della logica e del più istintivo rispetto della natura (nello specifico la necessità di separare la morte dalla vita), egli risolse il problema della mortalità delle puerpere presso l' ospedale universitario. Il problema fu che gli studenti dissezionavano i cadaveri e senza soluzione di continuità operavano in ostetricia. Semmelweis impose il lavaggio delle mani in una soluzione antisettica, il dato della mortalità delle puerpere si normalizzò... Tuttavia la sua intuizione e le conseguenti misure preventive vennero considerate dagli insigni accademici alla stregua di una superstizione. Tutto questo a causa dell' impossibilità da parte del Semmelweis di dimostrare quanto scoperto in funzione dei vigenti paradigmi scientifici e del metodo sperimentale. 
La misura preventiva, il lavaggio delle mani, fu sospeso e la mortalità tornò ai livelli antecedenti la scoperta.
Questo evento di natura storica si presta perfettamente all' estrapolazione di un contenuto allegorico. Diventa istantaneamente mito contemporaneo. Non si tratta di Prometeo che ruba il fuoco agli dei, ma di un moderno Cassandra. 
Lo studio del caso avvenne nel contesto del primo corso di storia del pensiero scientifico che seguii. Il fine fu quello di considerare che sebbene la scienza medica abbia compiuto alcuni passi lungo quel percorso posticcio che è il progresso, nulla ci vieta di pensare, dal momento che molti aspetti della vita umana sono a tutt'oggi poco noti, che errori di questo tipo, intuizioni cancellate in nome del paradigma, si possano ripetere e si ripeteranno.
La normale considerazione da parte mia fu che se c' è un ambito medico il cui oggetto di studio era più oscuro degli altri, per ammissione degli stessi specialisti del settore, questi era la psichiatria.
Mi dedicai quindi a questo campo nei successivi quattro anni. Misi in relazione la follia e il genio, mi occupai di forme terapeutiche non farmacologiche... al culmine dei miei studi esperii personalmente diverse alterazioni della coscenza, che mi spinsero gradualmente ad abbandonare la vuota e fallace scienza, in nome di scienze forse meno esatte, ma senza ombra di dubbio anche meno fallaci e fuorvianti. 
Semmelweis si procurò una ferita col bisturi infettato da umori cadaverici e morì in preda alla setticemia, orami completamente folle. Dimostrò sperimentalmente le sue intuizioni. 
Per quanto mi riguarda, ad oggi, ho adoperato strumenti più diplomatici e meno estremi nel tentativo di illustrare i risultati del mio percorso... Non ho ottenuto conclusioni drastiche come le sue, tuttavia non posso certo lamentare la carenza di castighi inferti dal cosidetto senso comune.

"Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre...


...ma nell' avere occhi nuovi"
                                                          Marcel Proust

Quando studiavo  capitò di entrare in sintonia con un' ottima insegnante di epistemologia, parolone che indica letteralmente il discorso inerente la conoscenza. Io stimo molto questa insegnante e a quanto pare lei apprezzava il mio talento di studente. Mi lusingò, in sede di esame, con una domanda fuori programma, finalizzata solamente ad avere il mio punto di vista su un argomento a lei caro: l' innatismo. Nel contesto del pensiero scientifico,  questo termine si riferisce alla possibilità che gli esseri umani nascano già in possesso di alcune conoscenze, per l' appunto innate, derivate quindi dall' eredità genetica...
In quei tempi il mio punto di vista era assolutamente sciettico. Il dubbio governava ogni mia analisi e sintesi, ogni singola riflessione. Una leggera componente d' istinto mi assestava su una posizione miscredente per quanto concerne la metafisica, cioè le cose che trascendono il mondo fisico, materiale, l' insieme dei fenomeni esperibili dai sensi. A parte questo ero più simile ad un ateo che a un credente. In virtù di questa  posizione ero riluttante a dare un giudizio su qualunque argomento contemplasse la necessità di ipotizzare aldilà dell' esperienza. Se i miei sensi e il mio apparato cognitivo non entravano in contatto diretto col problema, per me allora il problema non era tale. Questo risposi alla docente; e aggiunsi per meglio chiarire la mia posizione che per me, ragionare sul prenatale o sull' escatologico (il pensiero inerente il destino finale dell' uomo) si equivaleva, ed esulava dalle mie personali aree di interesse, in quanto quei territori sono ad oggi inesplorabili.

Trascorsi alcuni mesi  mi capitò di effettuare un significativo progresso lungo il mio percorso di ricerca.  Venni a conoscenza delle "Criptomelodie infantili"  di Demetrio Stratos (rimando alla vostra ricerca autonoma l' approfondimento sulla figura dell' artista).  In queste tracce sperimentali, il cantante produce una vasta gamma di suoni, disarticolando melodie dell' infanzia.  Stratos fu una coscenza  di abissale profondità e di sensibilità inaudita , un genio non solo musicale, una figura completa di studioso e artista. Credo che uno dei suoi intenti possa essere stato quello di sfruttare il suono per riportare la memoria  alle prime fasi della sua esistenza, riacquistando quindi quella pulizia dello sguardo che è propria della primissima infanzia; un altro quello di indagare il preverbale ed eventualmente il postlinguistico.
Per me fu illuminante. Compresi quanto mi era stato richiesto in sede d' esame e allora l' innatismo mi parve più che plausibile. Certo, stavo ragionando per ipotesi, ma avevo se non altro una chiave di lettura piuttosto nitida. A quel tempo avevo già studiato un po' di filosofia del linguaggio e i contenuti di questo argomento costituiscono senza dubbio un utile strumento per l' altro. Fondamentalmente realizzai che la conoscenza innata era plausibile, ma che l' apprendimento del linguaggio costituisce un avvelenamento e un inquinamento di questa conoscenza. 
Nel preverbale  l' essere umano apprenderebbe  il mondo secondo uno schema più diretto e dai confini meno netti. La parola  costituisce un incasellamento  suono/concetto e contribuisce con la sua forza  a costruire la rappresentazione del mondo da parte del soggetto.
Per illustrarlo con un' immagine:  il linguaggio rappresenta per la conoscenza, ciò  che il pentagramma  rappresenta per la musica.  I suoni sono a priori, a  prescindere dalla loro sistematizzazione  e dal  loro  piazzamento  sui  righi  del pentagrmma. Furono i poeti a etichettare ogni cosa con una parola. Furono loro ad inventare  gli idiomi in un momento storico in cui poeta, medico, sacerdote e capo probabilmente erano figure rappresentate da un unico maschio dominante (escludendo rari matriarcati).

Questa introduzione mi serve ad indicare il metodo della ricerca e il suo fine ultimo. Analizzando la condizione attuale dell' uomo e i suoi strumenti di conoscenza sub specie eternitatis, ritengo di non sbagliare definendo il linguaggio uno strumento negativo e limitante ai fini della ricerca della verità. Ma dedicherò un altro post ad approfondire il perchè e il come di questa mia affermazione. Il ricercatore che io cerco è qualcuno in grado di pensare il mondo ad un livello PREVERBALE, qualcuno con occhi abbastanza acuti da percepire i fenomeni aldilà degli schemi cognitivi e dei modelli di conoscenza dominanti. La prima battaglia che affrontarenno i nuovi Poeti Guerrieri che chiamo a raccolta, si combatterà sul campo della comunicazione non verbale. Cancelleremo ogni singola parola che funge da strumento di controllo dell' altrui volontà.





lunedì 28 marzo 2011

Il diametro della Corona richiede la Ricerca della testa giusta...







Dice il saggio: "Quando l' Imperatore indosserà la Corona per liberarci da tutte le intrusioni fra Terra e Cielo, non saranno gli smeraldi e i rubini incastonati nell' oro a vincere le battaglie..."

Questo post serve a presentare il blog, il suo intento e Justinian, cioè me.

Un amico una volta andò a parlare in televisione delle sue idee e le sue idee erano simili alle mie. Il noto conduttore gli disse solo: "cerca di essere chiaro"... Una nota pensatrice americana ha accostato la chiarezza alla cortesia. Diciamo quindi che cercherò, dal momento che mi avvalgo di un mass media, di essere il più chiaro possibile. Vorrei però premettere che come si intuisce dal titolo del blog il fine è la ricerca di persone rare. Pertanto un po' di "scortesia" involontaria ci sarà e sarà forse utile ad autoeliminare apprendisti malintenzionati o solo troppo frastornati, ai secondi va tuttavia la mia comprensione e se potrò essere utile a qualcuno sarò felice.

Decido di iniziare a redigere un blog sollecitato da un amico che è anche un maestro e condivide pienamente la mia non semplice visione del mondo e della vita. Cedo a questa soluzione in seguito ad anni di ricerca rivolta verso l' alto, verso persone che sapevo più lontane ma sullo stesso sentiero. Il consiglio che ho ricevuto oggi è stato di cercare in basso, di tentare di individuare qualcuno che sia sul mio stesso percorso, ma magari anche più indietro... o meglio, in un punto non specificato della multidimensionalità. Resta chiaramente la speranza di individuare ancora dei buoni maestri, poichè il campo di ricerca è di quelli che difficilmente si esauriscono nel corso di una singola vita umana.
Ad un primo livello si tratta di spiritualità, ma sicuramente non di religione in senso stretto; religiosità, ecco. Ma spiritualità è un termine che prediligo.
Chi scrive ha studiato a lungo la scienza, fino ad individuare falle enormi e un paradigma guasto fin negli assiomi più elementari. Mi sono dedicato quindi all' analisi delle aree più estreme delle diverse religioni, ai misticismi, alle pratiche mediche, ai riti, alle tecniche yoga... ho studiato molto altro ancora ma non è una dimostrazione... si tratta solo di focalizzare il nodo del discorso. CERCO persone che abbiano varcato le porte della percezione (rimando al post sulla copnoscenza), cerco persone che siano tornate incolumi, che abbiano un equilibrio forte, che siano centrate.

Michel Foucault in "storia della follia nell' età classica" illustra come negli asili fossero relegati non solo malati mentali, ma figure che definiremo "antisociali" d' ogni genere... finanche i libertini. Parlo di questo per specificare che quando descrivo persone equilibrate, non intendo necessariamente persone che non abbiano mai avuto problemi con la società a causa delle loro aperture spirituali. Mi riferisco a persone che anche attraverso sostanze, ma non necessariamente, abbiano sperimentato stati altri di coscenza. Ciò che mi interessa è che abbiano raccolto i frutti dell' esperienza, che abbiano compiuto dei progressi. 
Persone che abbiano studiato profondamente nel tentativo di rintracciare il passaggio da questo mondo di esseri simili, di vite dalle caratteristiche simili alle proprie. 
Persone infine capaci di autoregolamentarsi, di esercitare una disciplina ferrea nel tenere i piedi per terra, pur viaggiando fra spazi e tempi diversi. 

Justinian è chiaramente uno pseudonimo, ho voluto omaggiare Giustiniano Imperatore di Bisanzio, che ho individuato come grande sovrano taumaturgo e teocratico, fra secoli di buio completo. Voglio specificare con forza che non sono interessato assolutamente ad entrare in contatto con persone seguacci della Wiccan o di altri filoni new age, che il nome del blog potrebbe attirare. Quando scrivo Mago intendo Filosofo, ma solo in parte. 

Questo blog costituisce in senso allegorico una chiamata alle armi... e per il momento credo possa bastare...