venerdì 6 febbraio 2015

PROVATE A CERCARE IL CONTRARIO DI "NINNA NANNA" SULL' APPOSITO DIZIONARIO





Credo sia stato Milan Kundera nel suo libro più famoso a confermarmi l' importanza di un risveglio libertario. Ho letto quel libro durante le ore di Promessi Sposi del ginnasio, quindi non saprei proprio andarvelo a citare a memoria, né ho voglia di scovarlo dalla cantina o da chissà dove...

Ammesso che non sia uno di quei rari casi in cui ho restituito un prestito, o uno di quelli più frequenti in cui non ne hanno restituito uno a me. Ad ogni modo senza l' e-book e la funzionalità "trova", pescare paragrafi da libri letti anni prima non è operazione da 7.47 del mattino.
Altre grandi cose mi ha insegnato Kundera: la prima è che i medici pisciano spesso e volentieri nei lavandini degli ambulatori, apparantemente lì solo per lavarsi le mani. La seconda èche si può ipotizzare un ginecologo eugenetista che impianti il proprio seme forte in tutte le donne apparentemente sterili. E così vi ho spoilerato lo spoilerabile. Se non lo avete letto e ve lo regalano tenetelo pronto per il primo compleanno di adolescente in cui volete figurare un po' intellettuale, il tipo che regala i romanzi di formazione.
Kundera diceva che il risveglio è un arte e va affrontato come tale, senza la violenza barbarica dei dispositivi più o meno crudeli di cui oggi disponiamo e che sono la base delle giornate di un buon novanta percento, potrei stimare, dei giovani occidentali senza disturbi del sonno.
La sveglia è una tortura non so se Kundera o io lo paragonava ad un elettroshock.
Santana diceva che Jim Morrison fosse un liceale viziato, ma anche Santana aveva un pregio e un difeto. Le ultime due proposizioni le ho messe qui per ragioni forse palesemente stilistiche, ma riguardano l' argomento della chiusa, che, non vi preoccupate, giungerà a breve.
I regali di Natale più belli di cui ho ricordo sono il Nintendo 8 bit da bambino e il mio lettore HI-FI in adolescenza. Non ero un gran smanettone e odiavo leggere le istruzione, ma a volte l' inglese scolastico, un po' di immaginazione e la capacità di tradurre le richieste dei display trasformano gli elettrodomestici e gli strumenti tecnologici da nemici incomprensibili e barbari in fedeli alleati.
Quindi ricordo che trovai il modo, col nuovo stereo, di impostare accensione e riproduzione di una canzone che svolgesse la funzione di sveglia, senza correre il rischi di rovinarmi l' intera giornata.
Insieme all' hi-fi i miei amatissimi genitori mi regalarono un disco che amai molto e che considero tuttora un buon lavoro: "So far, so good" di B. Adams. I miei gusti nel frattempo sono cambiati parecchio, intendiamoci, ma Bryan è uno che fa musica, foto e chissà quant' altro con la stessa giovanile gentilezza nonostante non sia più un ragazzino. Non mi sentirei di parlarne male. 
Scelsi "Heaven", per la sveglia. Se avrete voglia e tempo di cercarvela capirete perché.
Ci furono sicuramente altre canzoni che programmai nello stereo per risvegli calcolati in funzione dell' attenuare il trauma del risveglio per la scuola... Sicuramente "Sunday Morning" dei Velvet Underground denuncia di non essere un notturno già dal titolo, e la utilizzai, nonostante non fossero tutte domeniche. L' ultimo ricordo che ho di una "canzone-sveglia" è invece il periodo della fine del liceo, quando tanto ero sempre incazzato, mattino pomeriggio e sera e avevo bisogno di partire con la giusta carica... e allora non c'è stato niente di meglio di "@ in the U.K." dei Sex Pistols anche se a pensarci con il senno di poi e la saggezza di ora, in questa chiave, un risveglio sulle note di "Smells like teen spirit" avrebbe ottenuto un risultato di qualità differente ma uguale quantità.
Vorrei inserie una nota fra le righe: ai tempi in cui preparavo queste sveglie condividevo la stanza con quel povero martire di mio fratello, ancora oggi devo chiedergli cosa ne pensasse, non ricordo se condividessimo la gioia di questo risveglio o meno, se iniziò a nutrire sentimenti di dubbia origine a partire da quelle traumatizzanti mattine. 
Ad ogni modo, quando avevo quasi trent' anni individuai il pezzo definitivo. Quello idoneo al risveglio del giusto per motivi tecnici, emotivi, e fisiologici... quando deciderò, fra poco, di darvi la soluzione, di regalare l' ennesima perla a voi maialetti penserete "era ovvio! COme ho fatto a non pensarci io!".
Prima di farvi dono della mia scoperta però devo ancora introdurre un' avvertenza, sono tempi duri e solitari per tutti, anche per quelli che condividono la casa con famiglie numerose, ma dove possibile, la sveglia migliore rimane quella analogica. Mi spiego: io ho una madre meravigliosa e mattiniera e una malattia di merda che a volte mi rende invalido per mesi. Mesi in cui in passato non potei fare altro che passare notti insonni, prendere sonno all' alba per sfinimento, alzarmi alle cinque del pomeriggio, passare in pigiama il tempo che mi separava da quello che Sbarbaro definì il "Sonno, dolce fratello della morte". A quei tempi dovevo però prendere dei farmaci all' ora di colazione, cioè un paio d' ore dopo aver finalmente preso sonno. Mi madre con una dolcezza incredibile entrava in camera con un caffé e le medicine pronte per l' assunzione.
Il miglior risveglio, quello analogico, non sono le medicine (lo scrivo per gli analfabeti funzionali). Il risveglio migliore è il volto amorevole di qualcuno avvolto dal profumo del caffé.
Per finire ecco la perla: ho trovato il pezzo definitivo per svegliarsi la mattina col sorriso.
L' autore di questo movimento samba-rock si è preso la briga di dare del liceale viziato ad uno dei più grandi poeti del ventesimo secolo. Non mi riferisco ai testi dei Doors, che sono comunque belli ma in qualche modo fortemente ispirati da una certa letteratura romantica e non del tutto originali. Mi riferisco ai versi delle due sillogi "The lords" & "The New Creatures" e probabilmente alle centinaia di altri versi che non abbiamo mai letto perché non pubblicati.
Dico comunque che Santana non ha molto da giudicare, visto che ha scritto una partitura per amore, dichiarato nel titolo "Samba pa ti", quando il risultato è il pezzo più idoneo al risveglio per l' umanità a tutte le latitudini. 
"Samba pa vosotros" è un pezzo che parte dolce e in sordina con un riff molto blando, un suono studiato nel dettaglio, confortante e avvolgente (Santana seppur non capisce un cazzo di artisti ne è uno grande e alla chitarra top ten di sempre, olimpo), fosse stato il periodo in cui studiavo chitarra avrei potuto fornire qualche dettaglio tecnico in più, ma "dimentico tutto" come quella scema.
Comincia con le percussioni spazzolate e gentili, smabesche, mentre il riff va complicandosi, accelera per rallentare e tornare da capo e variare. Quattro giri credo e si riparte da capo, con dolcezza ma sempre qualche spunto di incoraggiamento, il profumo del caffé per capirci, finché non entra la bevanda vera e proprio, l' organo, che vi da la scarica brainwave che vi riporta in vita... il pezzo mantiene per ora il suo ritmo, dettato da una batteria sempre spazzolata e da un basso ad ora quasi invisibile, perché sebbene il giro sia da paura è pur sempre una samba, serve a dare ritmo e a creare un alibi alla chitarra... ma è il basso il vero protagonista della mia speculazione, perché poco dopo l' entrata in scena dell' organo la linea di basso si fa serrata e magnifica e ottimista, dando al pezzo la vera svolta samba, dove la chitarra di Santana seppur perfetta nel suono, nei tanti riffetti e virtuosismi, diventa quasi un profumo di fiori in un campo meraviglioso dove terra ed erba sono i suoi musicisti.
"Samba pa ti" non è una canzone d' amore in senso stretto, si tratta di volersi bene fin da quando si aprono gli occhi. Non credo Santana lo sapesse, credo Jim Morrison pensasse di Santana che era uno in grado di far dormire o svegliare la gente. 


lunedì 2 febbraio 2015

PARE CHE SIAMO IMMORTALI E CHE IL DUCA BIANCO SE LO TENGA PER SE


Pare che il serpente non abbia mai avuto la mano per offrire la mela. Pare che Eva non abbia peccato. Pare che Adamo non facesse nulla di male nel spingere le labbra contro le sue sei paia. 
Sembra che anche Eva apprezzasse le vanterie di Adamo che caricava cesti di frutta pesanti il doppio di quelli di lei.
Pare che ci sia tutto per tutti e che quindi vada punito chi tocca un grammo di cibo più del necessario al suo sostentamento col taglio della mano, proprio come te che suoni il clacson quando sei nervoso, a caso. E non c' è nulla di criminale nel fare l' amore tutta la notte, se non sei mai sazio, anche perché devi scacciare il pensiero del giorno in cui per un motivo o per un altro non potrai più sentire quella stessa pelle contro la tua. E stai pur certo che un uomo solo, triste e incapace di realizzare se stesso è in diritto di pensare qualche istante che nei tuoi panni sarebbe più felice...
Un affamato non può non invidiare la tavola imbandita di un monastero o quella di un sovrano, ma non è peccato senza punizione quello della gola, senza bisogno di cercare soluzioni esoteriche... ci sono i cavalieri dell' apocalisse: cardiopatia, diabete, gotta.
E se un manipolo di criminali si impossessa di tutto e di tutto ti priva e prova a rubarti il tempo dell' amore e quello della musica, il tempo di ridere e quello di bere del buon vino con un amico che deve piangere la dipartita del grande amore, l' ira che uccide è una virtù e non un vizio! 
Il tempo dell' accidia è un giusto indennizzo per quello degli affanni, o la risposta sagace all' impossibilità di smascherare le menzogne da prete delle multinazionali, della comunità scientifica e del potere in generale.
Pare che siamo immortali e che il capitombolo dall' Eden sia avvenuto in un momento di distrazione di Dio, che vede tutto ma ogni tanto si dedica a scrivere bellissime poesie per mano di uomini liberi... pare si sia risolto con un attimo di forte preoccupazione per le reali condizioni cliniche della caviglia di Eva (o di Adamo, non è dato sapere), successive risate per la goffagine del salto dal sasso e una mano tesa a rialzare il compagno.
Perchè un eroe non è colui che non cade mai, ma colui che si rialza.
Pare che siamo immortali e che ci siano un sacco di segreti che ci separano, povero popolo ingenuo, dalla reale sostanza di cui siamo composti noi e l' universo. 
Sicuramente nessuno è in grado di raggiungere a nuoto la stazione spaziale internazionale e chissà quali giuramenti prestano gli astronauti, prima di recarsi a caccia di risposte definitive seduti comodamente sui nostri contributi, protetti da tute che ci costano imposte sul reddito pari a pasti e pasti dei figli dei nostri figli. 
Quando un astronauta trova una risposta, il governo vara il progetto di legge per il prelievo forzoso e ancora soldi servono per approntare la guerra: costruire le armi, addestrare gli uomini ad usarle, approvigionarli, vestirli in modo che una mina antiuomo non gli faccai saltare i testicoli attraverso i quali dovrà produrre un altro soldato.
Pare che siamo immortali ma che facciamo di tutto per non esserlo, come quel povero rampollo Agnelli che voleva così tanto essere povero.
Personalmente, se appartenessi ad una commissione di esseri viventi che abitano la via lattea, dislocata in prossimità della Terra, per osservare la qualità dell' agire dei suoi abitanti e stabilire la proposta di adesione alla comunità interplanetaria... 
Se fossi un extraterrestre che conosce a menadito usi e costumi degli umani, un essere a parte del segreto dell' immortalità di quei cosetti piccoli deambulanti pieni di sangue e ossa... 

Caricherei David Bowie su un astronave, gli farei fare un giro e lo riporterei a casa, perché continui a spandere civiltà fra i barbari, perché ispiri altri uomini finché un giorno siano pronti ad abbracciare i veri segreti dell' universo.