lunedì 2 febbraio 2015

PARE CHE SIAMO IMMORTALI E CHE IL DUCA BIANCO SE LO TENGA PER SE


Pare che il serpente non abbia mai avuto la mano per offrire la mela. Pare che Eva non abbia peccato. Pare che Adamo non facesse nulla di male nel spingere le labbra contro le sue sei paia. 
Sembra che anche Eva apprezzasse le vanterie di Adamo che caricava cesti di frutta pesanti il doppio di quelli di lei.
Pare che ci sia tutto per tutti e che quindi vada punito chi tocca un grammo di cibo più del necessario al suo sostentamento col taglio della mano, proprio come te che suoni il clacson quando sei nervoso, a caso. E non c' è nulla di criminale nel fare l' amore tutta la notte, se non sei mai sazio, anche perché devi scacciare il pensiero del giorno in cui per un motivo o per un altro non potrai più sentire quella stessa pelle contro la tua. E stai pur certo che un uomo solo, triste e incapace di realizzare se stesso è in diritto di pensare qualche istante che nei tuoi panni sarebbe più felice...
Un affamato non può non invidiare la tavola imbandita di un monastero o quella di un sovrano, ma non è peccato senza punizione quello della gola, senza bisogno di cercare soluzioni esoteriche... ci sono i cavalieri dell' apocalisse: cardiopatia, diabete, gotta.
E se un manipolo di criminali si impossessa di tutto e di tutto ti priva e prova a rubarti il tempo dell' amore e quello della musica, il tempo di ridere e quello di bere del buon vino con un amico che deve piangere la dipartita del grande amore, l' ira che uccide è una virtù e non un vizio! 
Il tempo dell' accidia è un giusto indennizzo per quello degli affanni, o la risposta sagace all' impossibilità di smascherare le menzogne da prete delle multinazionali, della comunità scientifica e del potere in generale.
Pare che siamo immortali e che il capitombolo dall' Eden sia avvenuto in un momento di distrazione di Dio, che vede tutto ma ogni tanto si dedica a scrivere bellissime poesie per mano di uomini liberi... pare si sia risolto con un attimo di forte preoccupazione per le reali condizioni cliniche della caviglia di Eva (o di Adamo, non è dato sapere), successive risate per la goffagine del salto dal sasso e una mano tesa a rialzare il compagno.
Perchè un eroe non è colui che non cade mai, ma colui che si rialza.
Pare che siamo immortali e che ci siano un sacco di segreti che ci separano, povero popolo ingenuo, dalla reale sostanza di cui siamo composti noi e l' universo. 
Sicuramente nessuno è in grado di raggiungere a nuoto la stazione spaziale internazionale e chissà quali giuramenti prestano gli astronauti, prima di recarsi a caccia di risposte definitive seduti comodamente sui nostri contributi, protetti da tute che ci costano imposte sul reddito pari a pasti e pasti dei figli dei nostri figli. 
Quando un astronauta trova una risposta, il governo vara il progetto di legge per il prelievo forzoso e ancora soldi servono per approntare la guerra: costruire le armi, addestrare gli uomini ad usarle, approvigionarli, vestirli in modo che una mina antiuomo non gli faccai saltare i testicoli attraverso i quali dovrà produrre un altro soldato.
Pare che siamo immortali ma che facciamo di tutto per non esserlo, come quel povero rampollo Agnelli che voleva così tanto essere povero.
Personalmente, se appartenessi ad una commissione di esseri viventi che abitano la via lattea, dislocata in prossimità della Terra, per osservare la qualità dell' agire dei suoi abitanti e stabilire la proposta di adesione alla comunità interplanetaria... 
Se fossi un extraterrestre che conosce a menadito usi e costumi degli umani, un essere a parte del segreto dell' immortalità di quei cosetti piccoli deambulanti pieni di sangue e ossa... 

Caricherei David Bowie su un astronave, gli farei fare un giro e lo riporterei a casa, perché continui a spandere civiltà fra i barbari, perché ispiri altri uomini finché un giorno siano pronti ad abbracciare i veri segreti dell' universo.


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