"Questo è quello che avrebbe potuto scrivere Sofocle, con un coro di madri morenti: un grande eroe, una grande verità, una grande missione, e infine un folle volo di appassionata arroganza, che si conclude nella distruzione"
Se questo fosse un blog dedicato alla divulgazione, probabilmente ora mi dilungherei in un' inutile recensione del testo. Dal momento che il fine è quello di assemblare un esercito di viaggiatori dello spazio-tempo, rispermierò fuorvianti dettagli di semplice reperibilità. Per ogni approfondimento dell' argomento rimando infatti al testo dell' immagine.
Il motivo per cui è fondamentale per me dedicare un post a questa vicenda è che il venirne a conoscenza ha costituito un nodo cruciale lungo il percorso della mia ricerca. Non uno qualsiasi ma il primo e fondamentale. La storia tratta infatti di un medico di provincia che entrato in contatto con gli scienziati dell' accademia ingaggia una battaglia in nome del vero. Semmelweis intuisce l' esistenza dei microbi anni prima dell' invenzione del microscopio e della conseguente osservazione degli stessi. Sulla semplice base dell' osservazione, dell' applicazione della logica e del più istintivo rispetto della natura (nello specifico la necessità di separare la morte dalla vita), egli risolse il problema della mortalità delle puerpere presso l' ospedale universitario. Il problema fu che gli studenti dissezionavano i cadaveri e senza soluzione di continuità operavano in ostetricia. Semmelweis impose il lavaggio delle mani in una soluzione antisettica, il dato della mortalità delle puerpere si normalizzò... Tuttavia la sua intuizione e le conseguenti misure preventive vennero considerate dagli insigni accademici alla stregua di una superstizione. Tutto questo a causa dell' impossibilità da parte del Semmelweis di dimostrare quanto scoperto in funzione dei vigenti paradigmi scientifici e del metodo sperimentale.
La misura preventiva, il lavaggio delle mani, fu sospeso e la mortalità tornò ai livelli antecedenti la scoperta.
Questo evento di natura storica si presta perfettamente all' estrapolazione di un contenuto allegorico. Diventa istantaneamente mito contemporaneo. Non si tratta di Prometeo che ruba il fuoco agli dei, ma di un moderno Cassandra.
Lo studio del caso avvenne nel contesto del primo corso di storia del pensiero scientifico che seguii. Il fine fu quello di considerare che sebbene la scienza medica abbia compiuto alcuni passi lungo quel percorso posticcio che è il progresso, nulla ci vieta di pensare, dal momento che molti aspetti della vita umana sono a tutt'oggi poco noti, che errori di questo tipo, intuizioni cancellate in nome del paradigma, si possano ripetere e si ripeteranno.
La normale considerazione da parte mia fu che se c' è un ambito medico il cui oggetto di studio era più oscuro degli altri, per ammissione degli stessi specialisti del settore, questi era la psichiatria.
Mi dedicai quindi a questo campo nei successivi quattro anni. Misi in relazione la follia e il genio, mi occupai di forme terapeutiche non farmacologiche... al culmine dei miei studi esperii personalmente diverse alterazioni della coscenza, che mi spinsero gradualmente ad abbandonare la vuota e fallace scienza, in nome di scienze forse meno esatte, ma senza ombra di dubbio anche meno fallaci e fuorvianti.
Semmelweis si procurò una ferita col bisturi infettato da umori cadaverici e morì in preda alla setticemia, orami completamente folle. Dimostrò sperimentalmente le sue intuizioni.
Per quanto mi riguarda, ad oggi, ho adoperato strumenti più diplomatici e meno estremi nel tentativo di illustrare i risultati del mio percorso... Non ho ottenuto conclusioni drastiche come le sue, tuttavia non posso certo lamentare la carenza di castighi inferti dal cosidetto senso comune.
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