martedì 20 gennaio 2015

LO SFOGO DI UN AMICO


Oggi sono uscito dall' ufficio parecchio incazzato.
Non ero sereno perché mi ero svegliato dieci ore prima, avevo dedicato circa un' ora a un hobby impegnativo prima di iniziare a lavorare, poi avevo lavorato in ufficio a della roba parecchio ripetitiva e noiosa, ma che richiedeva un certo grado di attenzione, il tutto fra il via vai dei clienti che disturbavano con il loro vociare. Dopo quaranta minuti di meritata pausa pranzo mi sono rimesso con passione e entusiasmo ad occuparmi dello stesso hobby del mattino. Infatti dal momento che sono un laureato in lettere impiegato in uno studio di ragioneria cerco di dedicare alla mia unica passione, la scrittura, ogni momento libero.
La pausa pranzo di oggi, dal punto di vista poetico, mi ha dato soddisfazione.
Forse non ho nemmeno sfiorato le vette auliche di Erri De Luca e sicuramente non ho consegnato nemmeno una riga all' immortalità. Ma in due ore sono riuscito a postare su ben sei dei quindici blog con advertising che gestisco nella speranza della botta di culo di un click sul banner: gli unici soldi che un poeta può pensare di guadagnare scrivendo ai nostri giorni... l' immenso Edoardo Sanguineti è l' esempio morto.
Mentre tornavo in ufficio pensavo che nemmeno tutta quella pila di scartoffie, che una volta sistemata avrei dovuto firmare, timbrare e infine fotocopiare, poteva intaccare la ventata di buon umore portata
dal fiume di parole che era scorso in quelle dolci ore del meriggio, quando la canicola dipinge la mia terra di magia, se non fa un freddo porco perché è gennaio. Invece...
Dopo altre tre ore di adempimenti fantozziani e discorsi farciti di lamentele inverosimili percepite storpiate attraverso la porta della stanza del capo (un miscuglio di latrati e stridii e sbuffi più che altro) lui finalmente esce dall' antro di satana, accompagna l' ultimo della giornata alla porta e inizia a prendersela con me.
Ho letto sul tuo blog quello che hai scritto su di me. Effettivamente avevo la coda di paglia, uno dei sei post del pomeriggio rappresentava una parodia del mio capo che credevo più velata. In breve mi sono trovato alle corde e data la natura sanguigna del mio boss, che non lascia spazio ad ampie speculazioni sulla relatività delle opinioni o almeno sulla potenziale differenza delle prospettive, gli ho dato del ritardato e me ne sono andato sbattendo la porta.

Ma a ricordarmi che la vita può essere meravigliosa, appena uscito dall' ufficio, che si trova nel centro geometrico di una città riconvertita ad uso di casa di riposo a cielo aperto, mi sono imbattuto nell' amico fraterno Paolo.
Paolo è raro incontrarlo, raro a tal punto che non ho provato nemmeno quel pizzico di rimpianto che provo quando un' inaspettata occasione sociale ma pressante si frappone fra me, la mia solitudine, la scrittura.
"Ehi Paolo come va?" abbracci e baci di rito. "Che ci fai da ste parti?".
"Ma guarda non mi dire niente, ho avuto un po' di casini con il vecchio lavoro, poi mio padre non stava tanto bene, un po' di nostalgia e ho deciso di tornare".
"Potevi avvisare! Comunque bene dai, tu come stai?"
"Ma guarda, purtroppo ho dovuto riprendere con lo Xanax e lo psichiatra mi ha addirittura proposto un antidepressivo... però mi sono informato e pare che a smaltire gli effetti negativi sulla libido ti ci andrebbero poi dieci anni consecutivi di party a casa di Hugh Hefner tutte le sere... quindi me la farò passare con lo sport..."
"Biliardo?" dico io.
"Petanca" risponde.
Nel frattempo Paolo mi racconta che ha già trovato lavoro presso un' agenzia immobiliare, gli chiedo come si trovi e comincia con uno sfogo da manuale...
Mi dice che in ufficio lavorano il proprietario e lui e che c'è poi una biondina carina ma inutile che di norma fa i giri a mostrare gli immobili. Mi racconta di come svolga per lo più mansioni di segreteria eccetera, fotocopie, giroconti. Fra i vari motivi per cui odia lavorare col suo capo, mi dice, c'è che il cazzone tiene accesa dal mattino alla sera la radio su una stazione che è la più sputtanata e commerciale di tutta l' etere dopo Radio Maria. Mi dice di come lui più volte, educatamente, abbia provato a lanciare frecciate magari ripetendo e commentando la castroneria che in quel momento aveva detto lo speacker di turno. La risposta del capo era sempre la stessa "Ma tanto non la sento, sta li di sottofondo, per compagnia". Paolo mi dice le possibilità sono quindi tre:
1) E' sordo
2) Non ha un ronzio cerebrale che eventualmente gli riempia un silenzio assoluto che evidentemente
    lo spaventa
3) Non ha la forza di lottare con la sua solitudine fino all' orario di chiusura per poi pagare un' escort
    ucraina
"Io proprio quel cazzo di radio non la sopporto" continua Paolo, "mi incasina i pensieri, mi distrae, mi aggroviglia le idee, mi manda in merda, mi fanno incazzare le puttanate che escono da quelle bocche di merda strapagate... e oggi s'è toccato l' apice..."
"Tipo?" chiedo io.
"Hai presente che ti dico che mi entra in testa?"
"Eh!"
"Oggi è sembrato vero... me ne stavo li a fare cazzo di fotocopie alle 16,25 in punto. Andava in onda lo stesso programma che va in onda tutti i giorni: due cretini mettono musica di merda, spinta da quelle ultime due multinazionali dell' industria musicale che non riuscirebbero a produrre roba di qualità nemmeno se resuscitassero De André e Endrigo o almeno Jimi Hendrix e Janis Joplin, e interagiscono con il pubblico. A un certo punto, facendo le fotocopie, mi sono ritrovato a pensare con un orecchio alla mia condizione di paziente psichiatrico costretto agli ansiolitici per avere una vita normale, e che dovrebbe fare un pensiero serio a rinunciare a un po' di libido prima di buttarsi da un palazzo, e con l' altro alla radio... e cosa sento con l' orecchio della radio?
Uno dei due cazzoni dice: Roberto da Bergamo ci scrive: "Ormai mi faccio schifo da solo, faccio una vita di merda che non mi appartiene, non mi riconosco più"... Ma Roberto Risponde La Merda ci sono ottimi psicofarmaci al giorno d' oggi, esci di casa e raggiungi la farmacia più vicina!"
Adesso non so te quanto sia soddisfatto della tua vita e quanto ti piaccia, ma un minchione raccomandato e strapagato per incrementare le vendite di prodotti di ingegno di indubbia pessima qualità, deontologicamente, lavorando su una delle radio più seguite da tutti i minchioni decerebrati che costituiscono l' accozzaglia informe del nostro popolo... può prendersi la briga di sparare così a zero e perculare uno che magari se gli avessero messo un pianoforte in mano a 3 anni ora era Beethoveen e invece magari guida i tir pieni di ricotta sull' autostrada di notte?
Io non voglio le dimissioni, io voglio il lin-cia-ggio, su pubblica piazza, di quest' imbecille strapagato per perculare gente che lavora e che soffre... Senza contare quel 25% della popolazione che è paziente psichiatrica... Quell' altro 48% che ci fa un pensiero serio al giorno.

 "Sono d' accordo" dico.

E poi penso fra me e me che quando uno arriva a casa e fa una strage, magari ha semplicemente avuto una giornata che si avvicina alla somma del quoziente medio di frustrazione di queste nostre due giornate, la mia e quella di Paolo.




lunedì 19 gennaio 2015

RIFLESSIONI - GAMING ONLINE



Recentemente mi è capitato di rileggere questo articolo del 2013 sul poker online.
L' ho trovato geniale e lungimirante. Nel periodo in cui fu pubblicato infatti sui forum le voci dei players erano quasi unanimi nell' auspicare un ottimistico miglioramento della situazione delle room italiane. Tutti gli opinion leader più osannati sostenevano che finché ci sarebbe stato qualcuno che depositava, ci sarebbero stati "soldi da stampare", come amano dire i players.
A distanza di quasi due anni da allora, ma anche prima, la situazione è molto cambiata e anche l' umore sui forum non è più lo stesso.
Gli stessi giocatori che fino al 2013 pensavano che il mercato del TH online si sarebbe ripreso o comunque alimentato in qualche modo, lamentano lo scarso traffico anche sulle principali room.
L' Agenzia delle Entrate ha segnalato un calo di circa il 30% negli ultimi mesi e la situazione non sembra migliorare. Secondo gli esperti le concause di questa debacle sarebbero la mancanza di una liquidità europea condivisa, ovvero l' apertura delle sale europee ai giocatori italiani e viceversa e la fine del periodo magico in cui il THNL era il gioco di moda... Molti dei vecchi clienti ricreativi si sarebbero infatti reindirizzati ad altre forme di svago online quali casino e betting.
Per quanti amano il poker texano e lo hanno studiato con passione, magari dedicandoci intere giornate, è una vera sofferenza. Oltre infatti al danno economico subito da aziende, regular player, AAMS, ente esattore, si viene a indebolire un mondo fatto anche di folklore e amicizie e divertimento, che rischia così di scomparire.
Il mio pensiero riguardo a chi ha gestito la cosa è che come al solito il legislatore abbia agito con troppa rapacità e nessuna lungimiranza, gestendo una potenziale miniera d' oro alla stregua di una latrina. Ma d'altronde se mandiamo a governare un paese e promulgare leggi, persone che non avrebbero competenze superiori a quelle necessarie a igienizzare i cessi, non c'è da stupirsi.
Per quanto riguarda invece l' utilizzatore ultimo del servizio "gaming online" penso questo:
se un lavoratore responsabilmente sa di poter dedicare al gioco una certa somma, se desidera avere una qualche possibilità di non vedere sicuramente sparire quella somma più o meno velocemente, dovrebbe studiare le basi dell' hold'em su un forum, aprire un conto su una poker room, abituarsi al software giocando senza real money, poi versare i suoi 50 € e giocare un paio di tavoli col big blind a 0,02 €. Passa il tempo, si diverte e se poi impara a vincere, migliora, guadagna e vuole cimentarsi ad altri livelli è libero di farlo.
Io sono convinto che il giocatore di giochi da tavolo del casino non sia diverso dal ludopatico che mette e mette e mette monete nella macchinetta al bar. Gente che cerca l' adrenalina e che prova piacere nel perdere, come Antonida Vasil'evna .
Il poker è uno skill game. E' diverso!
Ad ogni modo, se potete evitare di giocare soldi attaccatti ad un computer per ingrassare (poco di sti tempi) cordate di imprenditori, ma starvene all' aria aperta... fatelo.
Se proprio non potete, cercate la poker room più vicina!

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L' IMPORTANZA DELLA FUGA


Scrivere dei post affascinanti, ricevere visite... è dura la vita del blogger colto che tenta di sfondare con contenuti magari intellettuali o esoterici, a tratti esotici... cercando di evitare quelli e-r-otici... 
Ma oggi sono stanco di nuotare negli abissi del web pesciolino fra il plancton, mentre gli squali intorno a me si accapparrano fama, potere e denaro: oggi scriverò sulla fuga.
Perché la fuga è un argomento che attira ed è un oggetto che attira a prescindere. Una bella fuga sul filo del rasoio (che la rende scevra di ostacoli anche per lingua meno sciolta) attira visite e magari banners a tema che qualche appassionato della fuga potrebbe clickare, facendomi guadagnare 0,03 €... l' inizio della mia fuga ai tropici.
La fuga è mobile, qual piuma al vento, nessuno scappa da fermo.
Donne in cerca di guai hanno fughe spettacolari quando li trovano, i guai spesso possono prenderne atto. 
Cosa fanno i sacerdoti birichini quando scappano con la cassa della parrocchia?... Si danno alla fuga! Come si da alla fuga d' alto bordo il gambler da casino non appena ha vinto un bel malloppo, se è furbo!
Alla fuga si danno anche i ragazzini un po' onanisti quando la mamma li insegue col mattarello urlandogli che diventeranno ciechi, all' ennesima sospetta incrostazione della superficie inadatta.
Si danno alla fuga a pagamento anche tante mie idee spesso, progetti sofisticati e precisi, entusiasmanti in partenza, sogni apparentemente realizzabili se pur al costo di enormi fatiche.
Capita anche alla fuga stessa di fuggire a volte, se la insegui troppo incapronito.
 Il ciclista, come tutti gli esseri umani, sta solo cercando un' altra fuga. 
C' è stato un anno in cui un grosso magnate Statiunitense dei media, fondatore di un' interessante rivista specializzata in fughe, ha organizzato un party di compleanno durante il quale l' attrazione principale sarebbero state le detenute di un famoso carcere in abiti succinti. Il party fu reclamizzato come il "Fuga da Alcatraz Party"
Ma tornando entro i confini nazionali: "Fuga di cervelli" o "Solo fuga nel cervello"?
Come si creano la "dubbia utilità", la "dubbia soluzione", e la "dubbia ragione"?
Ovviamente "fugando ogni dubbio". Ok. Questa vi richiederà circa un' ora e poi non riderete comunque, quindi vado a nascondermi dove non possiate trovarmi, inizio insomma una fuga fine a se stessa, da me stesso, verso il successo. Cosa? E' successo cosa? Niente. Viva la fuga! Di idee? No. La fuga riuscita. Quella di Bach? Esatto, la fuga di Bach in re minore. Ma Bach aveva la fuga in testa? In testa e fra le dita. Ma se io la ascolto non posso avere la fuga altrove che nelle orecchie... tipo Linda Lovelace.

Buona giornata.





domenica 18 gennaio 2015

BERLUSCONI E' MORTO

Berlusconi è morto in un incidente di percorso nel 1969. Ha smesso di pensare all' amore. In arresto cardiaco ha condotto traffici vari per quasi mezzo secolo e ha iniziato a comprare la figa. Un giovane artista e poeta che cantava e scriveva poesie ha strappato il proprio cuore dal petto per obliarlo in un sotterraneo blindato. Berlusconi è morto nei sogni del popolo oppresso centinaia di volte ed altre mille è rinato nelle illusioni delle cariatidi. Berlusconi ha partorito dal deretano una nuova classe dirigente che puzza di traffici vecchi e stantii, di crimine in formalina. Berlusconi è stato rianimato svariate volte dopo attentati dinamitardi di giullaristi di partito e scribacchini asserviti. Marius Jacob, in arte Lupin, anarchico francese idolo del rapinatore anarchico Bonnot, aveva in camera, da bambino, il poster di Berlusconi al karaoke di Cologno Monzese... Cantava "Si può dare di più" con Maurizio Costanzo e Mike Bongiorno.
Silvio Berlusconi è morto ma tanto c' è una schiera di sosia e cloni pronta a procrastinarlo finché morte non ci separi, la nostra. Ci sono gli emuli anche, guardiani di muli, padroni asserviti ad altri più sporadici rarefatti e volatili, diafani.
Occuparsi di politica in maniera coscienziosa e matura, concreta e realista, in questi tempi di totalitarismo, significa purtroppo limitarsi a constatare l' impotenza con coerenzi, di coerenzi, si tratta. Ma se fosse un altro non saremmo più prodi... 
Coltiva l' orto, casomai venisse il giorno di poterlo concimare con un torto. 

Buonagiornata da Giustino

lunedì 16 giugno 2014

Mago nel pagliaio distribuisce perle ai porci

Questo Blog per ragioni legati alla "salute mentale" del suo autore è stato trasferito su
www.pearls2pigs.blogspot.com

Non rinnego quanto scritto qui, ma fate un giro a trovarmi di la...

sabato 27 luglio 2013

COME SOPRAVVIVERE, IN ITALIA, ALLA SOCIETA' DEL CONTROLLO

                                        Ammesso che sia possibile,
mio nonno,

diceva sempre: "Fatti i cazzi tuoi che campi cent' anni"

è morto a 80...



Il mio mentore si dichiara su facebook anarchico individualista... è molto più saggio di me: sul mio orientamento politico capeggia la scritta "anarchico utopista".
Non che io sia un bombarolo o un violento, non che io stampi manifesti di propaganda anarchica come l' anarchico francese Jacob ai primi del '900... dieci anni di psichiatria non sono nemmeno paragonabili a dieci anni di Guinea Francese... li c'è la spiaggia e le palme...

Fuor di metafora: la psichiatra dice che non si può parlare più di malattia. Sono guarito. C' era una volta un ragazzo chiamato pazzo e diceva sto meglio in un pozzo che su un piedistallo.
Bene mi sono rotto i coglioni. Oggi per sopravvivere ho bisogno di un piedistallo e se non sarà il popolo a erigerlo e difenderlo vorrà dire che venderò il mio ingegno alla scienza. Badate bene: non ho scritto al miglior offerente.

Se la scienza fosse ancora quel meraviglioso strumento codificato dalla Royal Society ne sarei quasi fiero.
Per sopravvivere in Italia si deve sfanculare silenziosamente o no il Papa, come ha fatto la mia cara amica che è andata fino a Roma e ha una foto in cui gli alza il dito a nome mio e di tutti quelli come noi...
Abbracciare senza indugi un' etica protestante, che ti consenta di arricchirti secondo l' ingegno.

In Italia è molto più complicato perchè c'è una classe politica importante e c'è la mafia, che sono i due bracci armati della chiesa. C'è il potere spirituale ben protetto dal potere secolare e così i poveri Italiani si ritrovano coercitivamente a fare voto di povertà mentre intorno "the monk, bought, lunch" "He bought a little, yes he do" (cit. Soft Parade, the doors).

Bisogna essere ricchi come preti! Con buona pace di tedeschi e inglesi iracheni che incontri per caso in treno, di ritorno da Roma, mentre cerchi di capire la mentalità di un imprenditore Brianzolo libero, e di accordargli il permesso di essere ricco, tu che odi il denaro e ne regaleresti a palate se solo ne avessi...

Giovani tedeschi vegani usciti da una fiaba di andersen che ti dicono che tutto è bello e positivo, luminosi come prana di rugiada, che ti dicono che in buona sostanza se ignori i problemi essi non ci sono... Si fa presto a parlare da cruccolandia. Paese cifile. Si fa presto a parlare dal paese che ha inventato l' imperialismo e che vai dove vuoi e parli la tua lingua, e che la cultura degli ultimi decenni è tutta nella tua lingua mainstream.

Siamo in Italia, siamo Santi e Poeti e Viaggiatori e mangiatori di spaghetti e suonatori di mandolino, siamo esperantisti e Senegalesi d' europa. Siamo belli come il sole e ingegnosi, siamo un popolo oppresso e glorioso, siamo un popolo che non deve perdere la speranza in un futuro migliore, perchè perlomeno non ci manca la sussistenza. E non deve arrivare a mancare. Dobbiamo rimboccarci le maniche, chi vuole fuggire all' estero fugga. Io mi accontento di cambiare città cari lettori, non vi dico doce vado perchè non vi riconosco più tutti personalmente come prima, ma se vi può consolare posso dirvi che da una stima in funzione delle visualizzazioni complessive siete ora circa un centinaio... Meno degli schiavi di Spartaco ma più di uno, come quando ho cominciato.

Scusate la sporadicità degli interventi, vi penso tutti i giorni, ma non voglio finire chiuso in una stanza a comunicare con i miei invisibili lettori, ho bisogno dell' isipirazione per il blog e le poesie e di cantare e di fare l' amore fino a riprodurmi e di vivere. VIVERE. BISOGNA CONTINUARE A VIVERE PERCHE' LA SPERANZA NON MUOIA CON NOI!

Il male non può colpirci fratelli. Valuto l' apporto di collaboratori. Se qualcuno ha abbastanza coraggio da tentare di mettersi in contatto commenti questo post. "CONTROLLERO'" non appena possibile...

buahbuahbuah...

Vi amo tutti

http://www.youtube.com/watch?v=7PtvIr2oiaE&hd=1

martedì 9 luglio 2013

ECCO COME CI SONO RIMASTO E HO FATTO 10 ANNI DI TURN OVER!

"Ragazzi le sostanze sono una cosa seria, usate le sostanze per la conoscenza, non per sballarvi come dei freaks"

cit. a memoria, Paolo Aldo Rossi, Università di Genova, anno accademico 2001/2002



L' idea che per restarci si debbano assumere allucinogeni è fondamentalmente sbagliata, a me per lo meno è bastata la cannabis. Ho fumato fino ai 18 anni, poi ho smesso perchè alimentava ogni volta la mia ansia di diventare adulto, la mia ansia di cambiare il mondo, il mio disprezzo per le brutture e la realtà becera della provincia della fine degli anni '90. Nel settembre del 2003 mi trovavo a Torino per valutare la possibilità di passare da filosofia ad antropologia, volevo studiare lo sciamanismo e le tecniche dell' estasi (bel libro di Mircea Eliade). Avevo appena conosciuto una bravissima ragazza ma avevo subito stress psico fisici tutta l' estate: avevo lavorato come bagnino sotto un sole incredibilmente caldo... "noi vecchi non dimenticheremo l' estate del 2003". Decisi, dopo tre anni di astinenza, di fumare insieme ad uno dei miei fratelli col quale sono sempre stato bene e col quale in botta ridevo e basta. Fumai hashish (sostanza resinosa per me sbagliata) per due o tre giorni, ero magro e nervosissimo e come ben sapete il fumo amplificò le mie sensazioni. L' ultima sera di salute della mia vita trascorsa, l' ultima sera prima di ammalarmi, la passai con un anziano hashashin che mi parlò di 1984 di Orwell come di una realtà già consolidata. Mi mandò in paranoia e il tutto aggravato da qualche giorno di uso della sostanza. Mi diagnosticarono Bipolarismo di tipo I che è come la chiesa ti dice che sei uno che crede nell' esistenza del male e del bene e che non è un monaco Zen. 
Ci ho messo dieci anni a recuperare, dieci anni di psicofarmaci che mi hanno fatto altri danni.
Oggi la vostra piaga giovani, giovani di 18 anni che vi affacciate alla vita e alla paranoia di "crescere" (non crescete mai!!!) si chiama "Fobia Sociale" ed è un brutto restarci perchè ci vanno molti farmaci, molti anni e soprattutto molti amici pronti a venirvi a tirare fuori dalla vostra paura di uscire di casa...
E non tutti sono in grado di farlo. La maggior parte degli amici vi abbandonerà e vi lascerà al vostro destino, non per cattiveria ma perchè sarà persa dietro i fatti propri...
Quindi leggete con consapevolezza Orwell e guardate e leggete tutte le dystopie che trovate, ci siamo già in tutte, ma non lasciate che sia un vecchio rincoglionito di Torino o di altrove a pensare di illuminarvi... capitelo da soli e smettete di farvi le canne se vi da problemi, non vi ammazzate d' alcool che brucia la memoria, non vi drogate come i freaks. Le sostanze sono una cosa seria!

https://www.youtube.com/watch?v=qrdpliMfoAM&hd=1